Pochi giorni fa, nel corso della revisione di una traduzione legale, mi sono imbattuta nel termine notary public che il traduttore aveva ingenuamente tradotto con notaio pubblico.
Ma chi sarebbe un “notaio pubblico”?
Una domanda legittima alla quale il revisore deve saper rispondere per giustificare al committente qualsiasi modifica apportata al documento oggetto della revisione. E devo dire che, come avevo intuito, di “notaio pubblico” si parla ben poco nei riferimenti italiani, fatta eccezione per qualche sito svizzero e un lemma del Grande dizionario italiano inglese di Joseph Baretti edito dalla Tipografia Cardinali nel lontanissimo 1832.
Dato che “pubblico” non è solitamente associato a “notaio”, forse questo notary public è semplicemente il nostro notaio?
In realtà notaio e notary public hanno funzioni e competenze molto diverse: è necessario ricorrere al notary public quasi solo per atti che devono produrre effetti in un altro Stato, al di fuori dei confini nazionali. Gran parte degli atti che in Italia richiedono la presenza del notaio, in Inghilterra sono perfezionati davanti a un semplice solicitor o, in taluni casi, al commissioner of oaths. E il notary public si occupa solo di verificare l’autenticità delle firme. Questo spiega anche l’esiguo numero dei notary public (circa 900 in Inghilterra e Galles) rispetto a quello dei notai italiani e le loro competenze linguistiche, come bene illustra l’avv. De Palma:
Il lavoro dei notary public comporta, proprio per la sua vocazione internazionale, la padronanza delle lingue straniere, dal momento che degli atti in lingua inglese il notaio effettuerà anche la traduzione nella lingua del paese al quale è destinato.
Una interessante specializzazione all’interno della professione notarile è quella degli Scrivener Notaries (30 in tutto, tra Inghilterra e Galles), che nel conseguire l’abilitazione all’esercizio della professione notarile hanno sostenuto esami sulle abilità linguistiche in due lingue straniere e sul diritto sostanziale dei relativi paesi […].
Ma le differenze non finiscono qui. Nell’ambito immobiliare e societario, i notai di civil e di common law mostrano competenze ben distinte: durante la crisi dei mutui sub-prime, è emersa, ad esempio, la presenza di numerosi documenti ipotecari falsi, dovuti all’assenza di controlli sulle ipoteche pregresse di cui, in Italia, si occupa proprio il notaio ma che non rientrano invece tra le competenze dei notary public.
Fatte queste premesse, è evidente come non si possa liquidare il notary public né come un notaio pubblico né come un semplice notaio, rischiando in quest’ultimo caso di ampliarne le competenze. Le soluzioni possibili possono essere, a mio parere, solo due e io propendo per la seconda: mantenere l’originale notary public oppure tradurre con espressioni del tipo notaio di diritto inglese, notaio di common law o notaio negli ordinamenti anglo-americani.
E voi? Avete qualche soluzione da proporre per la traduzione di notary public? Scrivetelo nei commenti!
L’autrice del contributo
Da oltre 10 anni Chiara Zanardelli si occupa di traduzioni finanziarie e legali nelle combinazioni inglese-italiano e spagnolo-italiano. Insieme all’amore per le lingue, nutre da sempre una forte passione per le nuove tecnologie e l’innovazione digitale. Per info: www.traduzionechiara.it