Come molti di voi sapranno, ieri ho predisposto una semplicissima indagine anonima su SurveyMonkey che, nelle mie intenzioni, avrei voluto sottoporre ai miei follower su Facebook. Alcuni colleghi hanno apprezzato l’idea e mi hanno proposto di diffondere il sondaggio e, con mia grande sorpresa, in un solo giorno ho raccolto più 100 risposte, superando il limite massimo di clic dell’account free di SurveyMonkey. Di conseguenza, nonostante la mia intenzione di lasciare aperto il sondaggio per l’intera settimana, sono costretta a chiuderlo stasera ma con indicazioni comunque interessanti.
Prima di fornirvi i dati ottenuti, lasciatemi fare qualche premessa:
- l’idea del sondaggio è partita d’impulso. Per questa ragione non ho fatto distinzioni in termini di lingua sorgente/d’arrivo e settori di specializzazione; tendenzialmente ritengo che la maggior parte delle persone che ha risposto lavori con l’italiano e una lingua europea, avendo diffuso il sondaggio su liste/gruppi italiani. Ma ovviamente non c’è nessuna garanzia. Anche il settore di specializzazione ha il suo peso. Dai commenti raccolti su Facebook il settore tecnico-manualistico sembrerebbe meno pagato, ad esempio, rispetto al settore legale-finanziario, che conosco direttamente;
- non ho alcuna esperienza nella predisposizione di sondaggi; mi sono quindi affidata allo strumento più semplice che, per lo meno, impedisce il doppio voto dallo stesso browser; di contro, nella versione free, non permette di raccogliere più di 100 risposte (problema che per la verità non mi ero posta ieri, pensando di ricevere al massimo 10 risposte);
- mi è stato segnalato un sondaggio più serio e corposo in tema di tariffe e, più in generale, relativo al mercato delle traduzioni in Italia promosso da AITI nel 2013.
E ora, ecco i risultati. Alla domanda:
Quale tariffa a parola applichi in media alle agenzie di traduzione italiane?
I 100 intervistati hanno risposto:
- meno di 0,04: 1%
- 0,04: 5%
- 0,05: 12%
- 0,06: 24%
- 0,07: 26%
- 0,08: 14%
- 0,09: 8%
- 0,10: 4%
- più di 0,10: 6%
Al primo posto troviamo quindi la tariffa di 0,07 euro a parola sorgente che distacca di pochissimo gli 0,06 euro. Ma il margine di rialzo c’è e qualche collega riesce persino a superare la soglia di 0,10 euro. Cosa ne pensate?
Prima di chiudere un’ultima considerazione: è chiaro che quello che conta è la tariffa oraria, non tanto la tariffa a parola. Se per tradurre 200 parole impiego 4 ore, poco importa che io riesca ad applicare una tariffa di 0,10 euro, giusto?
Insomma cari colleghi, facciamoci due conti in tasca quando comunichiamo la nostra tariffa a un’agenzia (perché il prezzo, ricordate, lo facciamo noi non il cliente) e ricordiamoci che un 50% circa se ne va in tasse, INPS e simili… Buone traduzioni a tutti e aspetto i vostri commenti sui risultati!