Ormai è evidente a tutti: che sia per pigrizia o per esterofilia i testi dei nostri quotidiani sono zeppi di parole inglesi. Un problema già sollevato da Elisa nel suo articolo sull’uso di green ma che emerge con prepotenza nelle pubblicazioni finanziarie dove si parla tranquillamente di sentiment, fixed income, bear market, high yield e chi più ne ha più ne metta. Non ci credete? Diamo un’occhiata a titolo e sommario di quest’intervista di Italia Funds People ed evidenziamo in corsivo i termini inglesi:
“Le obbligazioni high yield USA sono un’opportunità. Soprattutto a breve duration
La recente volatilità del mercato ha creato valutazioni attraenti. L’hy è l’unica asset class che può beneficiare di un contesto di rialzo dei tassi e di crescita anemica grazie ai coupon. Parola di Carl Whitbeck, head of US High Yield di AXA IM.”
Quanti di questi termini sono davvero necessari? Non molti per la verità. Fa eccezione per esempio il termine duration. Scopriamone insieme il motivo.
Secondo il dizionario Oxford online, duration è “the time during which something continues”. Mentre il dizionario Sansoni riporta semplicemente “durata”, il Picchi aggiunge anche “durata media finanziaria” riferendosi proprio al campo semantico della finanza. Passando a una fonte più tecnica, il dizionario di Investopedia riporta “A measure of the sensitivity of the price (the value of principal) of a fixed-income investment to a change in interest rates. […]The duration number is a complicated calculation involving present value, yield, coupon, final maturity and call features”.
Non basta quindi parlare di “durata” per riferirsi alla duration?
Decisamente no. Il dizionario Simone definisce la duration come “Termine tipico del linguaggio finanziario che indica la vita media di un’obbligazione e la variabilità di prezzo del titolo in relazione al piano di ammortamento prescelto. La duration si ricava dalla stima di più elementi quali, il valore della cedola in corso, la vita residua del prestito ed il tasso medio corrente sul mercato dei capitali”. Tanto per rendere l’idea della complessità dell’indicatore ecco la formula di Macaulay per il calcolo della duration:
Tutt’altra cosa è invece il concetto di “durata” che rappresenta semplicemente la differenza fra la scadenza dell’investimento, la cosiddetta maturity, e la data corrente.
Stabilito quindi che non si possa parlare semplicemente di “durata”, parleremo di duration o di durata media finanziaria?
Personalmente tendo a preferire duration per una questione stilistica. Rispetto al pomposo stile spesso richiesto dai documenti legali, in ambito finanziario si tendono a preferire frasi brevi e lineari dove l’utilizzo di tre parole al posto di una potrebbe appesantire eccessivamente il testo. Naturalmente dare una risposta assoluta non è possibile e ricordiamo che semanticamente le due espressioni non presentano differenze. Il contesto, come spesso accade, gioca un ruolo determinante in questa decisione.
E voi, come vi regolate in casi come questi? Dite la vostra nei commenti!
L’autrice del contributo
Da oltre 10 anni Chiara Zanardelli si occupa di traduzioni finanziarie e legali nelle combinazioni inglese-italiano e spagnolo-italiano. Insieme all’amore per le lingue, nutre da sempre una forte passione per le nuove tecnologie e l’innovazione digitale. Per info: www.traduzionechiara.it