Dopo la Brexit, il ciclo di normalizzazione dei tassi USA e il possibile tapering della BCE, i temi più caldi del momento sono senza alcun dubbio due: le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, da una parte, e il referendum costituzionale in Italia, dall’altra. Si tratta infatti di due appuntamenti decisivi per i mercati finanziari poiché destinati a stravolgere l’assetto politico dei Paesi che li ospitano e, naturalmente, non potranno che ripercuotersi in qualche modo anche sul mondo finanziario. Per questo motivo, nell’ultimo periodo mi trovo sempre più spesso a tradurre l’espressione headline risk ossia “the risk that a major event or story will spread throughout various media publications, and will negatively impact a company’s stock. The risk is due to the harmful nature of the story, even if the news is not justifiable” (InvestorWords) o, più sinteticamente, “the possibility that a news story will adversely affect a stock’s price” (Investopedia).
Se il concetto è piuttosto semplice – i mercati risultano esposti al rischio che una cattiva notizia ne condizioni le quotazioni azionarie – la traduzione non è così banale soprattutto perché si scontra con la solita pigrizia che ci porta a leggere, anche sui quotidiani italiani, headline risk o rischio headline. In questo caso, trovare una soluzione più trasparente è sicuramente possibile e, a mio parere, auspicabile, soprattutto quando il testo è destinato a un lettore poco esperto.
Quindi come si traduce?
Le possibilità sono molteplici, dalle più sintetiche come rischio “notizia” e rischio da titolone, alle più dettagliate come rischio associato all’impatto delle notizie negative, rischio legato a un’eco mediatica negativa, rischio associato a una cattiva pubblicità fino a sfociare in vere e proprie frasi esplicative, ad esempio rischio che notizie negative provochino scossoni sui mercati. Una volta compreso il concetto, il traduttore può sbizzarrirsi e trovare la soluzione che preferisce dal momento che una versione “ufficiale” ancora non esiste.
Personalmente preferisco ricorrere a traduzioni più esplicative piuttosto che mantenere termini poco trasparenti – in questo caso headline – quando il testo è destinato a un lettore generalista (ad esempio in articoli per quotidiani e riviste per il pubblico). Ovviamente tutto cambia quando il testo risulta già di per sé molto tecnico, anche se la soluzione più trasparente non va esclusa a priori.
E voi, come vi comportate quando avete a disposizione una soluzione più tecnica e una più trasparente? Scrivetelo nei commenti!
L’autrice del contributo
Da oltre 10 anni Chiara Zanardelli si occupa di traduzioni finanziarie e legali nelle combinazioni inglese-italiano e spagnolo-italiano. Insieme all’amore per le lingue, nutre da sempre una forte passione per le nuove tecnologie e l’innovazione digitale. Per info: www.traduzionechiara.it