Lo scorso 9 maggio, l’UNI ha confermato l’imminente pubblicazione di due nuove norme con effetti sul settore delle traduzioni; nello specifico la ISO 17100 sui servizi di traduzione in generale e la ISO 18587 che riguarda il cosiddetto post-editing.
La ISO 17100 aggiorna in realtà la UNI EN 15038 che specifica i requisiti per un fornitore di servizi di traduzione, con riferimento alle risorse umane e tecniche, alla gestione della qualità e del progetto, al contesto contrattuale e alle procedure del servizio.
La ISO 18587 è invece una novità assoluta: l’esigenza di una norma di questo tipo è legata all’introduzione da parte di molti LSP della tecnologia della machine translation e del conseguente utilizzo del “machine translation output”, vale a dire il risultato della traduzione automatica. La traduzione ottenuta da una MT deve essere necessariamente sottoposta a un post-editing, vale a dire alla revisione da parte di un traduttore umano. Non può quindi passare inosservato a chi lavora in questo settore l’esigenza di nuova norma in materia di post-editing.
Il traduttore è una figura destinata a morire? Saremo soppiantati dai PC?
Queste sono sicuramente domande legittime e, anche se personalmente non mi è mai capitato di lavorare sul prodotto di una MT, non escludo che potrebbe essere il futuro almeno di chi lavora in campi particolarmente tecnici. I traduttori editoriali possono invece dormire sogni tranquilli…
Anche per gli interpreti però ci sono alcune novità. Proprio oggi è stata diffusa la notizia dell’intenzione di Microsoft di integrare in Skype una traduzione in tempo reale delle conversazioni tramite la tecnica “Deep Neural Networks”, modellata sul funzionamento del cervello umano. Il futuro potrebbe riservare qualche novità anche per gli interpreti…