Tra noi traduttori ne parliamo spesso: il mondo universitario è lontanissimo dalla realtà lavorativa e molti di noi lo hanno sperimentato sulla propria pelle quando sono entrati sul mercato. Sono moltissime le esperienze di chi ha iniziato a lavorare a tariffe da fame, accettando qualsiasi condizione pur di lavorare, ha tradotto verso la lingua passiva o in settori molto complessi per un principiante.
Di tutto ciò sembra essersi finalmente accorto anche il mondo universitario, come testimonia l’iniziativa dell’Università di Verona che lo scorso venerdì ha proposto un workshop gratuito per studenti e traduttori in cui sono stati affrontati temi “insoliti” per il mondo universitario: dal branding alla machine translation, dalla terminologia alle possibilità di lavoro in settori innovativi.
Indipendentemente dal contenuto specifico dei singoli interventi, ritengo che questo evento sia un segnale molto positivo per il nostro settore che, come diciamo spesso, soffre dell’inserimento sul mercato di nuovi traduttori che accettano qualsiasi condizione pur di lavorare. Si parla spesso di educazione del cliente ma l’educazione delle nuove leve gioca un ruolo altrettanto importante per il futuro di questo settore. E che l’università cominci a pensarci è davvero una buona notizia!
Ma quali consigli ci siamo portati a casa da questo evento? Io ne ho identificati tre:
- Comportati da professionista
Se vuoi essere preso sul serio, devi comportarti da professionista. E essere appena uscito dall’università non ti giustifica. Internet è una fonte inesauribile di informazioni su come gestire tutti gli aspetti della vita di un libero professionista: dalla fatturazione all’approccio con i clienti, si può imparare moltissimo senza spendere un soldo. Inoltre, per chi ha la possibilità di investire qualche risparmio, ci sono validi corsi da seguire anche da casa propria.
- Credi in te stesso
La fiducia in se stessi è una componente essenziale per riuscire in un mercato molto competitivo. Ne ha parlato diffusamente Valeria Aliperta che, oltre a trattare il tema del branding, ha raccontato i suoi inizi e i suoi errori. Ovviamente i risultati non sono immediati ma darsi un certo periodo di tempo e sperimentare sono i primi passi per la costruzione del business dei propri sogni.
- Sfrutta la rete
Pur lavorando in un settore molto competitivo, i traduttori sono sostanzialmente molto aperti al confronto e a indirizzare chi ha meno esperienza. Chiedere consiglio non costa nulla, seguire dei blog di settore aiuta ad entrare nella giusta prospettiva e utilizzare professionalmente i social media è utile per aumentare la propria visibilità.
Ho presentato un quadro troppo ottimista?
In effetti sono tornata a casa dall’evento con sensazioni molto positive: aver conosciuto diversi studenti pieni di spirito d’iniziativa ed entusiasti di entrare in questo mercato mi ha fatto dimenticare, anche solo per un giorno, quel vittimismo in cui spesso ci crogioliamo noi traduttori più navigati. Sono convinta che se il mondo universitario cominciasse a investire nella professionalizzazione dei propri studenti, oltre che nella loro formazione linguistica, l’intero settore ne trarrebbe un enorme vantaggio. Perché il riconoscimento del nostro lavoro deve partire dall’interno, prima di pretenderlo dai nostri clienti. Che ne pensate?