Torno a parlarvi anche questa settimana di diritto spagnolo, essendo da poco rientrata da un’altra giornata presso il dipartimento di giurisprudenza dell’Università degli Studi di Brescia. Un argomento di estrema attualità quello di questa settimana, dato che si è parlato di unioni civili – un tema rispetto al quale la Spagna si potrebbe definire un Paese laico e progressista. L’argomento della lezione ha però dato lo spunto per parlare di un concetto ben più interessante dal punto di vista terminologico e che, lasciatemi aggiungere, potrebbe provocare parecchi grattacapi a noi traduttori, ossia quello della vecindad civil.
E che tradurre vecindad civil sia un problema per i traduttori lo vediamo sul portale per traduttori Proz dove a molti viene suggerito di utilizzare l’espressione residenza legale. Pare infatti che diversi dizionari risolvano così quest’espressione tipica del diritto spagnolo. Ma è davvero così? E poi cosa sarebbe una residenza legale?
Come sempre, per arrivare a una traduzione, bisogna entrare nel significato giuridico nella lingua originale. Il Diccionario del español jurídico de la Real Academia española definisce la vecindad civil come:
Criterio de conexión preferente en el derecho internacional privado autónomo español para resolver los conflictos de leyes internos, particularmente en materias de estatuto personal.
E ancora dall’Enciclopedia jurídica:
Condición en la que se encuentra todo ciudadano por su adscripción a una zona determinada del territorio español, donde se aplica, bien la legislación civil común o la foral. Todas las personas sometidas a la ley española tienen una vecindad civil. Las causas de adquisición de la vecindad civil española pueden agruparse en cuatro categorías: por filiación, matrimonio, residencia o adquisición de la nacionalidad.
Anche se in prima battuta il concetto della vecindad civil potrebbe assomigliare a quello della residenza, analizzando più attentamente queste definizioni e soprattutto il codice civile spagnolo (artt. 14-15), si capisce come la vecindad non sia legata alla residenza effettiva in un determinato luogo. Ad esempio marito e moglie pur essendo residenti nello stesso luogo potrebbero avere vecindad differente. Per essere ancora più chiari “[…] la vecindad civil no requiere la residencia efectiva en un determinado lugar. En realidad se basa en la voluntariedad en la aplicación del sistema o subsistema civil de que se trate, y es independiente totalmente de la vecindad administrativa propiamente dicha o por encontrarse empadronado en un determinado municipio” (WebLegal).
Vi sarà ormai chiaro che la vecindad civil è un concetto del tutto assente nel diritto italiano che, storicamente, manca di un diritto privato regionale come la Spagna (Comunidades autónomas). Preso atto che parlare di residenza non è sicuramente corretto e che un concetto analogo non esiste in Italia, naturalmente la proposta meno rischiosa è mantenere l’originale spagnolo con una nota esplicativa; non è però del tutto da escludere anche una soluzione come cittadinanza regionale o cittadinanza locale citata da Luigi Moccia e su EUR-Lex.
Che ne pensate di questa soluzione? Avete mai incontrato questo termine? Aspetto i vostri contributi nei commenti!
L’autrice del contributo
Da oltre 10 anni Chiara Zanardelli si occupa di traduzioni finanziarie e legali nelle combinazioni inglese-italiano e spagnolo-italiano. Insieme all’amore per le lingue, nutre da sempre una forte passione per le nuove tecnologie e l’innovazione digitale. Per info: www.traduzionechiara.it