Di reflation trade se ne parla da molto. Chi come me traduce in ambito finanziario, ne sente parlare all’incirca dalla primavera scorsa. Ma certamente con l’elezione di Trump, quest’espressione si è diffusa moltissimo e anzi si è cominciato a parlare sempre più spesso di un vero e proprio Trump reflation trade.
Come abbiamo visto spesso su questo blog, anche in questo caso in Italia il mondo della finanza tende ad adottare pari pari l’espressione inglese, tanto che nei siti .it troviamo oltre 800 occorrenze di questo termine inglese (Google).
Non abbiamo davvero alternative per tradurre quest’espressione?
Cerchiamo di capirlo insieme partendo dal prestigioso Il Sole 24 ore che recita:
«Trump reflation trade». È stata ribattezzata così la reazione degli investitori alla vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane. Un trade all’insegna della scommessa sugli effetti inflattivi della Trumpeconomics […]
E ancora, mentre Il Sole definisce quest’espressione come una “scommessa sugli effetti inflattivi della politica economica Usa”, la rivista OneMarkets di Unicredit parla di “strategie volte a sfruttare un possibile rafforzamento dell’economia e un aumento dell’inflazione”. Altrove il reflation trade è assimilato addirittura a una politica monetaria, più precisamente “la politica monetaria espansiva seguita prima dalla Federal Reserve negli Stati Uniti e ora anche dalla Banca Centrale Europa per evitare di entrare in un meccanismo perverso di deflazione in cui scende bruscamente la produzione industriale, aumenta il numero dei disoccupati e i prezzi di beni e servizi calano” (SoloFinanza).
Milano Finanza utilizza il termine in modo diverso a indicare “la rotazione dei portafogli in vista di un sollevamento delle aspettative di crescita e inflazione negli Stati Uniti”. Dato che il problema di traduzione si pone tutto in quel “trade” (di certo nessuno può aver dubbi sulla traduzione di reflation con reflazione), c’è anche chi aggira il problema parlando di trade sulla reflazione (Forexinfo). Una soluzione poco condivisibile a mio avviso, ma certamente l’italiano soffre per la sua scarsa sinteticità. Personalmente, mi capita molto spesso di utilizzare l’espressione in inglese per evitare di appesantire eccessivamente la frase. E i clienti apprezzano. Quando però il testo è destinato a lettori poco esperti (e lo sappiamo che l’educazione finanziaria è bassissima in Italia), può essere utile includere un inciso più esplicativo come un semplice ritorno dell’inflazione.
Da ultimo vi invito a fare attenzione ai neologismi creati sull’onda dell’elezione di Trump perché oggi capita, sempre più spesso, di sentir parlare di Trump-flation trade. Non lasciamoci impressionare, altro non è che un sinonimo del Trump reflation trade ossia la scommessa sulla ripresa dell’inflazione sulla scia dell’elezione di Trump.
Che ne pensate? E soprattutto come avete tradotto finora reflation trade? Scrivetelo nei commenti!
L’autrice del contributo
Da oltre 10 anni Chiara Zanardelli si occupa di traduzioni finanziarie e legali nelle combinazioni inglese-italiano e spagnolo-italiano. Insieme all’amore per le lingue, nutre da sempre una forte passione per le nuove tecnologie e l’innovazione digitale. Per info: www.traduzionechiara.it