Senza voler peccare di ingenuità, credo sinceramente che la conferenza sul clima di Parigi, la COP21, abbia mosso molte coscienze e dato nuovo slancio alla lotta contro il cambiamento climatico. Vedo l’ombra di un rinnovato “zelo ecologista” nei testi che mi sono stati affidati nelle ultime settimane. Aziende private ed enti pubblici si stanno dando un gran da fare per rispolverare vecchie idee e promuovere iniziative volte a ridurre l’impatto ambientale. In questa cornice si iscrive, ad esempio, la lettera che ho tradotto qualche giorno fa in cui un dirigente comunicava ai propri dipendenti la decisione di applicare ai viaggi del personale la formula della Flugkompensation.
La formula della… cosa? Come spiegato in questo video dell’organizzazione atmosfair, per Flugkompensation si intende la pratica di effettuare, su base volontaria, il pagamento di un sovrapprezzo sul costo del biglietto aereo per “rimediare” alle emissioni di anidride carbonica generate dal volo. La somma versata viene, infatti, destinata a progetti per la compensazione delle emissioni di CO2, vuoi tramite soluzioni di assorbimento dell’anidride carbonica, vuoi mediante lo sviluppo di tecnologie ecologiche.
Sebbene il servizio proposto nel video risalga ad oltre cinque anni fa, esso mette in luce un fatto vero ancora oggi: il concetto di Flugkompensation non è particolarmente noto. Non lo è in Germania e lo è ancor meno in Italia. Dopo aver spulciato decine e decine di siti, sono giunta alla conclusione che l’opinione espressa in un articolo pubblicato nel 2010 su Terra Nova sia ancora valida: “in Italia questa prassi non sembra prendere piede”.
Dunque, se manca il referente (o ancora non se ne parla), come trovare il giusto traducente?
Per fortuna, la situazione non è poi così disperata (almeno da un punto di vista traduttivo). L’idea che le emissioni di anidride carbonica possano essere compensate in modo da mantenere il bilancio globale entro un dato limite non è né nuova né sconosciuta. Con questa accezione, il termine compensazione è usato da oltre vent’anni sia dagli addetti ai lavori che dai comuni cittadini. Dunque, per quanto non esista (ancora) un’espressione “ufficiale” per riferirsi alla possibilità di compensare il danno arrecato all’ambiente con le emissioni causate da un viaggio aereo, una soluzione quale compensazione delle emissioni di CO2 prodotte dai voli sarà certamente trasparente per il lettore finale. Così come altre eventuali varianti, più o meno snelle, più o meno prolisse. Per maggiore tranquillità, posso affermare che qualche sporadica conferma si trova già on-line.
Se avete suggerimenti per una resa più agile del termine, vi invito a scriverli nei commenti. Ho la netta sensazione che nei prossimi tempi avrò di nuovo a che fare con questa Flugkompensation…
L’autrice del contributo
Elisa Farina, nata e cresciuta in Italia, ha trascorso gli anni della prima adolescenza in Germania. Tredici anni più tardi si è stabilita in Spagna, dove vive tuttora e lavora come traduttrice dal tedesco, inglese, spagnolo e francese verso l’italiano. Per info: www.elisa-farina.com