Questa settimana torniamo a parlare di tariffe e del mondo dei traduttori con un’ospite davvero speciale. Direttamente dalla Francia, Martine Moretti dice la sua su questo argomento spinoso, buona lettura!
Ebbene sì, se l’eterno dilemma delle tariffe nell’ambito della traduzione non ci fosse, forse (e sottolineo forse) bisognerebbe inventarlo, perché fa discutere, riflettere, scervellare chi lo vive e giudicare chi lo osserva dall’esterno.
Descrivere la mia esperienza personale sarebbe semplicissimo ma anche abbastanza inutile se non mi servissi di quel che ho vissuto per analizzare alcuni aspetti, incrociare qualche dato utile, e riuscire a trarne conclusioni auspicabilmente utili a chi vorrà leggermi.
Ho letto molto sull’argomento finora, e ho l’impressione che pochi professionisti l’abbiano affrontato scrivendo “in soldoni” e soprattutto di soldoni. Sicuramente, ciò si deve al fatto che – non neghiamolo – si tratta di una tematica tanto ostica quanto scomoda. Personalmente, parto dal presupposto che pecunia non olet e che qualsiasi esperienza, sia positiva che negativa, permette di analizzare la propria realtà e trarne le dovute conclusioni.
Allora… vogliamo provarci insieme?
Disegniamo spesso l’avatar del ‘cliente ideale’. Ma qual è l’avatar del ‘traduttore tipo’?
Se è vero che:
– non si può parlare di tariffe uniche e universalmente applicabili: ogni professionista ha la sua esperienza, i suoi CAT tools, un costo della vita magari diverso da quello dei suoi colleghi, corsi di perfezionamento alle spalle più o meno vari ecc.;
– non possiamo generalizzare: ogni storia è differente, così come lo è il periodo in cui si svolgono determinati fatti. In altre parole, la situazione del mercato nel 2008 forse non era esattamente uguale a quella di 5 o anche 10 anni prima (anzi, sicuramente non lo era);
– le tariffe variano anche in base alla combinazione linguistica. In altri termini, traduzioni verso il cinese o l’arabo sono pagate meglio di quelle verso l’italiano;
– non tutti i mercati sono uguali davanti a Dio e a tutti i popoli (permettetemi una puntina di ironico cinismo, sennò non sono io ;-))…
È anche vero che:
– ci sono professionisti con percorsi formativi e lavorativi molto simili;
– ci sono professionisti con combinazioni linguistiche uguali o simili;
– bene o male, abbiamo tutti cominciato da qualcosa;
– forse (e torno a sottolineare forse) l’“avatar” di un traduttore tipo, che si lancia sul mercato con il suo bagaglio di esperienze, si può anche immaginare.
Ebbene… solo per voi, amici, quell’avatar sarò io! 😉
Identikit
“Io,
voglio un identikit!
Carta e matita, presto!
Io sono qui.…
Qui!
voglio un identikit!
Presto, o la mia immagine,
si perderà così” (“Io uguale io”, Renato Zero)
Canticchiando il testo di una canzone di uno dei miei idoli, vi presento brevemente l’identikit del nostro avatar.
Nome: M@rt!n&
Titoli di studio: Laurea in Lingue straniere (Italia) con lode; Master I in Traduzione specialistica (Francia)
Esperienza lavorativa totale: 15 anni circa (di cui 10 in Francia); in azienda e come freelance.
Livello di conoscenza CAT Tools e settori di specializzazione: “non vi temo!”. 😉
Lingue passive: inglese, francese e spagnolo
Lingua madre: italiano
CPD: in media un corso di perfezionamento al mese (se di corta durata) o uno a trimestre (se di lunga durata). Nel 2015 tale media è stata mantenuta.
Esperienze di vita e lavoro in altri Paesi: Australia, Francia, Spagna. Gli altri sono viaggi di piacere, anche se hanno contribuito ad accrescere l’“esperienza” con la “e” maiuscola! 🙂
Credevo fosse amore invece era… solo Proz!
Premetto che non ho nulla contro Proz e non è certo questa la sede per lodarne o criticarne il funzionamento, voglio semplicemente “usufruire” delle informazioni presenti su questo marketplace e usarle come mero punto di riferimento per sviluppare un discorso più ampio.
Su Proz e Translator’s Café ci sono agenzie di traduzione di tutto il mondo e non solo quelle pronte a pagare tariffe da pastore tibetano, come spesso ho letto in giro. E chi dice ‘agenzie’, dice in genere ‘traduttore’ in modalità “cane da tartufo”. La buona notizia è che sui siti sopracitati, i traduttori hanno la possibilità di rendere pubbliche le loro tariffe. Quella cattiva, è che, in un mondo ideale, tali tariffe (medie) per essere “giuste” nel mondo reale dovrebbero essere almeno il doppio di quel che sono! 😉
Quindi, per farsi un’idea in merito alla situazione del mercato, l’avatar M@rt!n& comincia a navigare su questi siti in cerca di informazioni.
Per le sue combinazioni linguistiche e i suoi settori di specializzazione, la situazione sembra essere la seguente:
Tariffa min./parola: 0,07€; Tariffa max*./parola: 0,09€; Tariffa min./ora: 21€; Tariffa max*./ora: 29€.
*quella che per Proz equivale alla ‘formula Deluxe’ con cetriolini extra 🙂
Bene. Se pensiamo che, in teoria, le tariffe comunicate su siti come Proz dovrebbero avere un’utilità pratica, ovvero mettere in luce un traduttore per le sue competenze, permettendogli di farsi scegliere da un’agenzia o da un cliente – ammesso che un ‘cliente diretto’ conosca il sito, cosa di cui dubito –, abbiamo già un primo quadro abbastanza chiaro del valore attribuito a queste combinazioni linguistiche e del tipo di ritorno – per usare un termine finanziario – che ci si può aspettare. NB: ripeto, il valore di cui sopra, lo determinano i traduttori!
A questo punto, l’avatar M@rt!n&, calcolatrice alla mano, fa un rapido calcolo per rendersi conto del ricavo netto sulla base di tali tariffe.
Lungi da me l’idea di tediarvi con un corso sugli statuti professionali e sulle spese che gravano su un libero professionista/dirigente di impresa in Francia (dove vivo). Vi confermo solo che Italia e Francia sono Paesi “cugini” anche in questo ambito, e che il risultato ha fatto venire a M@rt!n& una gran voglia di giocare al Lotto! 🙂
Ma andiamo avanti con l’inchiesta.
Bisogna anche tenere a mente che su Proz sono pubblicate le tariffe di ca. 8.000 traduttori per la combinazione EN>IT e di ca. 3.000 traduttori per le combinazioni FR/ES>IT. Ma è molto probabile (per non dire certo) che i professionisti realmente presenti sul sito siano molti di più. Ciò significa che non tutti desiderano pubblicare le loro tariffe e quindi che si ha solo una parziale versione dei fatti. Il quesito nasce spontaneo: ma allora, le tariffe pubblicate sono solo le più basse e/o quelle che hanno lo scopo di attirare il cliente/l’agenzia al primo colpo d’occhio? Se paragoniamo le tariffe orarie sopracitate a quella di un avvocato o di un tecnico per la manutenzione della caldaia (il mio tecnico, per es., fattura 70 € solo per il diritto di chiamata e le spese di trasferta), possiamo considerarle giuste, realiste e coerenti? E non voglio nemmeno generalizzare sulla qualità e/o sul talento, perché sono persuasa che vi siano buoni traduttori che si lasciano “trascinare dalla corrente” e/o con un buon potenziale ma con una scarsa considerazione di se stessi (o entrambe le cose 🙂 ).
Una cosa, però, è matematica e facilmente intuibile: se un traduttore, per quanto talentuoso sia, accetta di fissare la sua tariffa a 0,03 € o 10 €/ora, per arrivare degnamente alla fine del mese dovrà lavorare non solo tanto ma anche rapidamente! Ciò, di riflesso, influisce quindi sulla qualità del suo lavoro (oppure ti chiami Superman e sposti anche i palazzi con un dito!). 🙂
Per aggiungere un importante tassello al puzzle, direi di rinfrescarci la memoria con un sondaggio pubblicato qualche tempo fa dalla nostra gentilissima ospite, Chiara. Personalmente, ho tendenza a fidarmi (maggiormente) dei risultati mostrati in questo sondaggio per diverse ragioni:
– perché si tratta di un sondaggio anonimo;
– perché, secondo me, rispecchia la realtà;
– perché in questo caso rispondere non è sinonimo di “sapersi/volersi vendere”.
Risultato del sondaggio (cito)
I 100 intervistati hanno risposto:
• meno di 0,04: 1%
• 0,04: 5%
• 0,05: 12%
• 0,06: 24%
• 0,07: 26%
• 0,08: 14%
• 0,09: 8%
• 0,10: 4%
• più di 0,10: 6%
Bene, l’avatar M@rt!n& un’idea del mercato se l’è fatta, le sue tariffe le ha definite, ora qual è la prossima tappa? A rigor di logica, seminare curricula in giro per l’etere, con la ferma intenzione di solleticare l’attenzione del più gran numero di agenzie!
Una volta eseguita qualche utile ricerca sulle agenzie valide e su quelle da mettere subito nella blacklist e non contattare nemmeno sotto tortura, l’avatar M@rt!n& si accinge quindi a fare clic sul pulsante “Invia CV” svariate centinaia di volte!
“Siore e Siori, silenzio! Che rullino i tamburi!!!!”
Dopo aver sviluppato l’‘indice del cliccatore ossessivo-compulsivo’, patologia non grave (se curata in tempo) entrata di diritto nell’Enciclopedia Medica insieme al ginocchio della lavandaia e al gomito del tennista, l’avatar M@rt!n& non ha ancora visto nulla.
Eh no, perché la proporzione “invio CV/risposta” è più o meno di 1:100 (e sono ottimista per natura! 🙂 ) e ci vorrà ancora una buona dose di determinazione prima che alcune agenzie si sveglino dal torpore. Ma dato che, per sua fortuna, il nostro avatar è un tipo tosto… abbiamo il risultato delle prime trattative (se vogliamo e possiamo definirle tali).
Chi sei e quanto vali lo sai tu prima di chiunque altro
Se finora abbiamo “giocato” con l’avatar è per sottolineare, ridendoci su, che come M@rt!n&, sono tanti i traduttori più o meno giovani e con più o meno esperienza, che si affacciano al mondo della traduzione e che cercano di ritagliarvisi un posticino di tutto rispetto.
Ecco, per me, il rispetto è un concetto che deve necessariamente essere alla base di tutto e non deve mai mancare nelle relazioni interpersonali, a tutti i livelli e in tutti i campi.
Ciò che segue è uno ‘specchietto’ riassuntivo (ma non esaustivo), delle tariffe medie che M@rt!n& si è vista proporre all’inizio delle sue ricerche in modo apparentemente indipendente dalla sua personale esperienza/competenze.
Un mero dato di fatto, insomma.
Tariffe medie propostemi – Italia: 0,05€-0,065€/parola; Francia: 0,06€-0,08€; Stati Uniti Mediamente 0,08€; Regno Unito: 0,07€-0,08€; Belgio: 0,04-0,06€
Questa è la situazione di una ‘traduttrice tipo’, con un’esperienza lavorativa di qualche anno (seppur ampliabile e perfettibile), che ha superato vari test di traduzione e che in genere non allega nemmeno la foto al CV per evitare che la selezione possa trasformarsi in casting! 🙂
Scherzi a parte, eccovi qualche mia conclusione:
1. Da una rapida occhiata, si capisce subito che le agenzie italiane sono tra quelle che propongono le tariffe più basse (almeno nel caso di M@rt!n&) e alcune di esse non lasciano nemmeno spazio alla trattativa. Per fortuna, però, esistono anche fortunate eccezioni! 🙂
2. Al di là dell’esperienza e delle competenze (nel caso di M@rt!n&, per es., il CV/esperienza e le tariffe sono state spesso due rette parallele), alcune agenzie propongono d’emblée la fascia più bassa da loro applicata e se le vostre tariffe non rientrano nei loro canoni, siete fuori (ma non di testa, tranquilli! ;-)).
3. In Francia (ma anche in Inghilterra e negli Stati Uniti), il mercato è forse più aperto al dialogo, con tariffe leggermente più elevate. Tuttavia, il costo della vita in Francia è (forse) solo leggermente superiore a quello italiano (insomma, secondo me, non ci sono decise discrepanze come tra Italia e Regno Unito) e la situazione, da un punto di vista mondiale, non aiuta a differenziare in modo determinante i due mercati.
4. La globalizzazione, secondo me, complica le cose. Proprio come M@rt!n&, che invia CV come Spiderman spara la sua ragnatela, là fuori sono tantissimi i traduttori che giustamente fanno lo stesso. Oggigiorno non ci confrontiamo più esclusivamente su un mercato locale, ma con realtà a volte estremamente diverse dalla nostra, che però influiscono sulla definizione ultima di ‘tariffa media’.
5. Sono i professionisti i primi a dover rispettare e valorizzare il loro lavoro.
Dalla mia seppur breve esperienza ho imparato, a volte a mie spese, ahimè! che svalutarsi significa svalutare la propria figura professionale (qualunque essa sia) a livello globale. In altre parole, se siamo noi i primi a svalutarci, chiunque può sentirsi in diritto di farlo.
Errare humanum est… il rest lo decidet voi!
(Totò, esci da questo corpo! :-))
Poco importa che ci si riferisca a “novellini” o ai cosiddetti experienced beginners, quando si inizia un lavoro, il rischio di farsi prendere dalla foga e dalla voglia di “farsi le ossa” è sempre in agguato! Gli inizi non sono mai facili e la “cara” vecchia ‘gavetta’, checché se ne dica, esiste ancora (ed è giusto così, da un certo punto di vista), ma non deve durare in eterno!
Fissare degli obiettivi di crescita professionale serve anche a tenere vigile la capacità di analizzare la propria attività con atarattico distacco, valutando progressi e punti deboli, e rimettendosi in discussione a intervalli di tempo regolari per ripartire con il giusto slancio!
E se ci rendiamo conto di aver “toppato”, niente facce depresse! Tutti, presto o tardi, facciamo errori; l’importante è rendercene conto e invertire la tendenza il prima possibile!
A tal proposito, ci sono vari mezzi per “saperne di più” sui retroscena del mercato, su come posizionarsi, e sul miglior atteggiamento da adottare (per il nostro bene e per quello della professione in generale).
L’importante è coltivare sempre un sano senso critico e una buona dose di determinazione.
- Forum e gruppi Facebook di traduttori professionisti;
- post utilissimi disponibili in rete, stracarichi di dritte e buoni consigli;
- colleghi più esperti a cui chiedere informazioni;
- associazioni professionali come ANITI e AITI (inesauribili fonti di consigli e informazioni).
La globalizzazione ha anche i suoi lati positivi e vanno sfruttati al massimo ma soprattutto al meglio!
Personalmente, sono anche dell’idea che la formazione accademica potrebbe (dovrebbe?) giocare un ruolo importante, partecipando all’evoluzione delle mentalità. Secondo me, infatti, ampliare la proposta formativa con corsi mirati, incentrati sugli aspetti economici e legali dell’installazione come libero professionista, nonché sulle tariffe in vigore e su quelle auspicabili (se queste non coincidono) sarebbe di grande aiuto per i traduttori e consentirebbe loro di lanciarsi in modo più lucido e consapevole.
“Sapersi vendere” sì… ma a che prezzo? La scelta spetta a ognuno di noi!
Grazie dell’attenzione!
Martine Moretti è una traduttrice freelance EN/ES/FR>IT. Dopo alcune esperienze di studio e lavoro in giro per l’Europa, decide di stabilirsi in Francia dove vive tuttora. Nel tempo libero ama viaggiare, leggere e il suo obiettivo quotidiano è coricarsi la sera, avendo imparato qualcosa di nuovo. Per info: Moretti Translations.