Il gergo finanziario è in costante evoluzione, lo sappiamo bene. Negli ultimi anni, complici i ridottissimi livelli raggiunti dai rendimenti, molti operatori hanno cominciato a investire con profitto sui cosiddetti bond proxy.
Un nuovo prodotto speculativo? In effetti il dubbio è legittimo dato che quest’espressione inglese ricorre di frequente nei testi italiani, quasi si trattasse di una novità. Ma partiamo dalla definizione del Financial Times:
A “bond proxy” is shorthand to describe equities such as consumer staples and utilities with safe, predictable returns, but have higher yields than much of the bond market (and, crucially, yields which can grow over time).
Niente di nuovo quindi. Si tratta infatti di semplici titoli azionari che ricordano il comportamento delle obbligazioni per il flusso “cedolare” stabile e le caratteristiche difensive che offrono. Spesso si tratta di blue-chip consolidate che operano in settori come beni di consumo, sanità, servizi di pubblica utilità e telecomunicazioni e che sono caratterizzate da utili resilienti e prevedibili.
Come spesso accade nel mondo finanziario, anche questa volta l’italiano ha assimilato la terminologia inglese. Tuttavia, pur essendo corretto utilizzare bond proxy anche nelle nostre traduzioni finanziarie, è consigliabile, soprattutto per i testi più divulgativi, chiarirne il significato al lettore, anche solo con un inciso o una traduzione esplicativa.
Quindi, come si traduce bond proxy?
Pur avendone ben chiaro il significato, la difficoltà per il traduttore sta nel trovare una soluzione esplicativa ma abbastanza sintetica. Vediamo come hanno risolto alcuni siti Web italiani:
- “titoli il cui andamento è sensibile e approssimativo a quello del comparto obbligazionario” (Milano Finanza)
- “azioni stabili e che generano reddito” (Finanza Report)
- “proxy obbligazionari” (Financial Lounge)
Che ne pensate di queste soluzioni?
La prima soluzione pare davvero troppo esplicativa (senza contare quell’”approssimativo” che può essere agevolmente frainteso), mentre l’ultima risulta criptica tanto quanto bond proxy (il lettore italiano generalista ha idea di cosa sia un proxy?). La soluzione del sito Finanza Report sembra invece più chiara e non troppo analitica ma sicuramente non è l’unica possibilità. Tra le opzioni, azioni con caratteristiche di tipo obbligazionario, azioni con un comportamento simile a quello delle obbligazioni o, ancora, azioni poco volatili e con rendimenti stabili.
Si può fare di meglio? Sicuramente! E, mentre aspettiamo di vedere cosa capiterà ai nostri bond proxy ora che la Fed è in procinto di intervenire sui tassi, vi sfido a fornire la vostra soluzione nei commenti.
L’autrice del contributo
Da oltre 10 anni Chiara Zanardelli si occupa di traduzioni finanziarie e legali nelle combinazioni inglese-italiano e spagnolo-italiano. Insieme all’amore per le lingue, nutre da sempre una forte passione per le nuove tecnologie e l’innovazione digitale. Per info: www.traduzionechiara.it