Quante volte in italiano sentiamo parlare di standard? Il termine, che viene dall’inglese standard a sua volta originato dal francese antico estendart, è stato ormai recepito anche dal dizionario Treccani che lo definisce:
- livello, grado, tenore normale […]
- modello, tipo, norma cui si devono uniformare, o a cui sono conformi, tutti i prodotti e i procedimenti, tutte le attività e le prestazioni, di una stessa serie […]
Quindi se il termine esiste anche in italiano, la traduzione non è di certo un problema, giusto?
Risposta sbagliata! E oggi, giusto per mettervi il tarlo del dubbio, vi presento tre casi in cui lasciare standard è una leggerezza che un traduttore non si può permettere.
Accounting standards
Potevo non partire con un esempio finanziario e più precisamente di contabilità? Ormai lo dovrebbero sapere anche i muri dopo l’adozione obbligatoria degli IAS (International Accounting Standards) nell’UE a partire dai primi anni Duemila. Nonostante la traduzione corretta sia principi contabili (quindi gli IAS sono i principi contabili internazionali), più di una volta ho dovuto correggere traduzioni del tipo: standard contabili, standard di contabilità ecc. In inglese si parla di standard perché, di fatto, questi principi sono un tentativo di standardizzazione mondiale delle regole contabili.
ISO standards
Nonostante le numerose occorrenze che si trovano sul web di “standard ISO”, anche in questo caso lasciare standard non è consigliabile perché la traduzione ufficiale parla di norme ISO. La conferma che norma è, in questo caso, la traduzione migliore di standard ci viene dall’Unione europea che, nella Direttiva 98/34/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 giugno 1998 che prevede una procedura d’informazione nel settore delle norme e delle regolamentazioni tecniche, definisce:
<EN>
‘standard`, a technical specification approved by a recognised standardisation body for repeated or continuous application, with which compliance is not compulsory and which is one of the following:
– international standard: a standard adopted by an international standardisation organisation and made available to the public,
– European standard: a standard adopted by a European standardisation body and made available to the public,
– national standard: a standard adopted by a national standardisation body and made available to the public;
<IT>
«norma»: una specificazione tecnica approvata da un organismo riconosciuto ad attività normativa, per applicazione ripetuta o continua, la cui osservazione non sia obbligatoria, e che appartenga ad una delle seguenti categorie:
– norma internazionale: norma che è adottata da un’organizzazione internazionale di normalizzazione e che viene messa a disposizione del pubblico;
– norma europea: norma che è adottata da un organismo europeo di normalizzazione e che viene messa a disposizione del pubblico;
– norma nazionale: norma che è adottata da un organismo nazionale di normalizzazione e che viene messa a disposizione del pubblico.
Non-standard monetary policy measures
Chiudiamo il cerchio tornando nel mondo della finanza, con quest’espressione da tempo in voga grazie ai comunicati della Banca centrale europea. Qui la questione si fa parecchio spinosa perché la traduzione misure di politica monetaria non standard non viene utilizzata solo da fonti poco autorevoli, ma persino da Banca d’Italia. Personalmente però preferisco la traduzione ufficiale della BCE che ricorre abitualmente a misure non convenzionali di politica monetaria (cfr. ultima conferenza stampa di Draghi), una versione utilizzata anche dalla BRI, dalla CONSOB e da Banca d’Italia (che non sembra avere le idee chiare).
Attenzione quindi a quando trovate standard in un testo inglese perché la traduzione non è facile come potrebbe sembrare!
Hai anche tu qualche esempio da segnalare? Scrivilo nei commenti!
L’autrice del contributo
Da oltre 10 anni Chiara Zanardelli si occupa di traduzioni finanziarie e legali nelle combinazioni inglese-italiano e spagnolo-italiano. Insieme all’amore per le lingue, nutre da sempre una forte passione per le nuove tecnologie e l’innovazione digitale. Per info: www.traduzionechiara.it