Chi legge regolarmente questa rubrica avrà notato che tratto spesso termini legati al mondo del lavoro e dell’occupazione. Il post di oggi non fa eccezione e si sofferma su un’esigenza comune a tutti i lavoratori: la necessità di assicurarsi entrate sufficienti a condurre uno stile di vita dignitoso anche qualora ci si veda costretti a interrompere – per un periodo di tempo più o meno prolungato e in via più o meno definitiva – la propria attività lavorativa. L’argomento, lo so bene, è estremamente ampio e complesso, tanto più se si considera la molteplicità di approcci e interventi normativi con cui viene affrontato e gestito nei diversi Paesi. Provvedo subito, quindi, a restringere il campo di osservazione: nei prossimi paragrafi mi concentrerò sul caso svizzero (zoom 1), più nello specifico sulla previdenza professionale (zoom 2) e ancor più in concreto sulla Personalvorsorgestiftung (zoom 3).
Partiamo da qui. In cosa consiste la Personalvorsorgestiftung? Come si legge su Stiftungsrecht.ch:
Personalvorsorgestiftungen sind Stiftungen, die von einem oder mehreren Arbeitgebern zum Zwecke der Personalwohlfahrt durch Ausrichtung vermögenswerter Leistungen bei speziellen Wechselfällen des Lebens wie Alter, Krankheit, Invalidität und Tod sowie Arbeitslosigkeit und wirtschaftliche Notlage errichtet und betrieben werden.
La Personalvorsorgestiftung è, dunque, una fondazione costituita e amministrata da uno o più datori di lavoro per adempiere agli obblighi previdenziali nei confronti dei dipendenti. Perché e a quale scopo? Per capirlo, è necessario fare un passo indietro e dare uno sguardo al concetto e al ruolo della previdenza professionale nel Paese nostro vicino.
Senza entrare nei dettagli e limitandoci a un’analisi molto sommaria, possiamo dire che il sistema previdenziale svizzero si fonda sul principio dei tre pilastri, corrispondenti, nell’ordine, a previdenza statale, professionale e privata. Come affermato nella Legge federale sulla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità (LPP), la previdenza professionale è intesa a integrare il primo pilastro nella tutela dei lavoratori e dei loro familiari al sopraggiungere della terza età e in caso di invalidità o decesso, circostanze in cui ai beneficiari deve essere consentito di mantenere un tenore di vita adeguato. A tal fine, il datore di lavoro soggetto all’obbligo previdenziale è tenuto ad affiliarsi a un istituto di previdenza esistente o a costituirne uno proprio. E qui entra in campo la Personalvorsorgestiftung: è, infatti, una delle forme che può assumere l’istituto di previdenza. Anzi, a detta di alcuni, è la forma per eccellenza. Michele Blasucci, ad esempio, afferma:
Die berufliche Vorsorge kann als Träger auch eine Genossenschaft oder eine Einrichtung des öffentlichen Rechts haben (Art. 331 Abs. 1 OR). In der Praxis hat sich jedoch die Stiftung als verbreitetste Rechtsform für die berufliche Vorsorge durchgesetzt.
E in italiano come si traduce? La risposta va ricercata nel Codice civile svizzero, e più di preciso nell’art. 89 G intitolato «Fondazioni di previdenza a favore del personale«. Si noti che la versione tedesca dell’articolo parla di Personalfürsorgestiftung. Questo perché – è bene precisarlo – la Personalvorsorgestiftung è nota con vari sinonimi, tra i quali in particolare Personalfürsorgestiftung, Pensionskasse e Wohlfahrtsfonds für das Personal. Chiudo con un brevissimo glossario di termini in tema con l’argomento. Se ne avete uno o più da aggiungere, scriveteli nei commenti!
- -e berufliche Vorsorge = previdenza professionale
- -e Vorsorgeeinrichtung = istituto di previdenza
- -r Stiftungsrat = consiglio di fondazione
- -s Vorsorgereglement = regolamento di previdenza
- -e Leistungen im Alter, bei Tod oder Invalidität = prestazioni per vecchiaia, decesso o invalidità
- -r Versicherte = assicurato
- -r Rentenbezüger = beneficiario di / delle rendite
L’autrice del contributo
Elisa Farina, nata e cresciuta in Italia, ha trascorso gli anni della prima adolescenza in Germania. Tredici anni più tardi si è stabilita in Spagna, dove vive tuttora e lavora come traduttrice dal tedesco, inglese, spagnolo e francese verso l’italiano. Per info: www.elisa-farina.com