Non mi sono mai occupata di traduzione finanziaria, quindi non ho mai pensato che avrei potuto scrivere un post che parlasse di economia. Poi parlando con Chiara e del suo progetto di avere dei guest post sul suo blog, ho iniziato a pensare che in fondo il settore alimentare non è fatto solo di terminologia, ricette, lavorazioni, macchine, ecc., ma che è una delle voci più importanti dell’economia italiana.
Così, ispirata dalla nostra conversazione ho provato, quasi per scherzo, a ricercare con Google food economy. Ho scoperto così, non solo che il termine esiste, ma che è abbastanza curioso: a prima vista non è particolarmente difficile da tradurre (lo IATE propone economia alimentare), ma è praticamente impossibile trovare una definizione precisa, sia in inglese che in italiano. In compenso si trova spesso insieme ad altri termini: local food economy, global food economy e, come vedremo in seguito, new food economy.
Riviste, libri, articoli, persino i corsi di laurea parlano di food economy o economia alimentare, come termini alternativi, quindi si dovrebbe supporre che il significato in italiano e in inglese sia univoco, cosa che invece non è.
Innanzitutto in italiano si possono trovare due traducenti per food economy: economia alimentare ed economia agro-alimentare. Se il dizionario Treccani di economia e finanza usa i due termini come sinonimi, talvolta si trovano come binomio (alimentare e agro-alimentare). Nei siti istituzionali, invece, si trova con maggior frequenza il termine agro-alimentare: sistema, industria, filiera, economia agro-alimentare.
Tuttavia, il termine food economy è spesso usato con un significato più ampio di quanto non lo sia economia alimentare. La food economy è legata non solo al settore della produzione e della lavorazione del cibo, ma anche alle nuove tecnologie dei media, che hanno contribuito a far nascere nuovi percorsi: cibo e arte, cibo e turismo, alimentazione e benessere. Fenomeni come il food porn, i food blog, i food show con i suoi chef, sono alcuni dei tratti distintivi della food economy.
Come dicevo all’inizio, il termine food economy è curioso. I nuovissimi movimenti nati dall’unione tra l’economia alimentare e la tecnologia, la nascita dei mercati a chilometri zero, dei gruppi di acquisto, di un sistema agro-alimentare e di allevamento più attento e rispettoso dell’ambiente, hanno contribuito alla nascita della new food economy, che in questo caso ha un traducente italiano preciso: nuova economia alimentare.
E voi come tradurreste food economy? Preferite economia alimentare o trovate più completo il termine economia agro-alimentare?
L’autrice del contributo
Debora Serrentino lavora come traduttrice dall’inglese all’italiano. Specializzata nel settore alimentare si definisce foodie translator, perché del cibo ama tutti gli aspetti culturali, tecnici e linguistici, ma anche cucinarlo e mangiarlo. Mantovana di nascita e nel cuore, vive a Bergamo da quasi vent’anni con un marito, un figlio, due gatti e due tartarughe. Per info www.dstraduzioni.com.