Sarà che ieri ho compiuto gli anni, sarà l’arrivo della primavera ma questa settimana il post di Come si traduce sarà molto breve e autoreferenziale.
Chi segue questa rubrica dai suoi esordi saprà bene che, pur scrivendo di terminologia, né Elisa né io abbiamo mai avuto la pretesa di fare le terminologhe e, da brave traduttrici, siamo cadute fin da subito sul tranello più banale per chi terminologo non è. C’è chi ce l’ha fatto gentilmente notare come la mitica Licia Corbolante e chi se ne è stato zitto ma sicuramente si sarà morso la lingua come la div<a> della terminologia Maria Pia Montoro.
Ebbene sì, il titolo stesso della nostra rubrica non è altro che un errore perché i termini… non si traducono! Se il concetto della lingua d’origine è già usato anche nella lingua di arrivo, si cerca una soluzione equivalente nelle due lingue; in caso contrario si ricorre a una formazione secondaria del termine che implica l’analisi del concetto (che è un po’ diverso dalla traduzione).
E qui mi fermo e vi lascio per approfondimenti ai post di esperte terminologhe:
- Licia Corbolante in Brainstorming e formazione dei termini in L2 e l’intero blog di Terminologia etc.;
- Patricia Brenes sul blog di Caroline Alberoni Terminology for Translators ma soprattutto sul suo blog InMyOwnTerms;
- Maria Pia Montoro sul blog WordLo.
Cambieremo nome alla rubrica?
Certamente no, concedeteci questa “licenza poetica”. Ci teniamo però a far capire ai traduttori (e non solo) che terminologia e traduzione sono due attività con finalità comuni ma che partono da premesse diverse. Se poi qualche terminologo ha voglia di spiegarci per bene il suo lavoro, saremo ben liete di pubblicare un contributo meno dilettantistico del nostro!
L’autrice del contributo
Da oltre 10 anni Chiara Zanardelli si occupa di traduzioni finanziarie e legali nelle combinazioni inglese-italiano e spagnolo-italiano. Insieme all’amore per le lingue, nutre da sempre una forte passione per le nuove tecnologie e l’innovazione digitale. Per info: www.traduzionechiara.it